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IO AMO LE TAZZE.

Non c’era una via pacata per dirlo; mi sono armata di un caps lock troppo aggressivo e ve l’ho urlato. Nella mia famiglia c’è la tradizione di riportare una tazza a casa da ogni luogo che si visita.

Con gli anni, abbiamo finito per costruire in cucina, questo:

E queste sono quelle carine carine. Quelle ordinarie stanno nel pensile.

Ovviamente tra queste ce ne sono alcune che prediligo tra cui
Parigi, Zurigo e Londra
GIOCONE DELLE SETTIMANA: quale delle tre ho comprato io e quali invece sono state portate da altri membri della famiglia?

Niente, nonostante queste tazze “veterane” c’è una new entry che mi è entrata subito nel corazon ed è diventata subito subito la mia preferita.

ddddddddd
Tanto amore per lei. <3

So che dopo il primo, entusiasmante, appuntamento di giovedì scorso sull’erba gatta non vedevate l’ora che fosse ancora il Giovedì Giada. Ecco, siete stati accontentati. Con un giorno di ritardo ma siete stati accontentati.

Allora, di cosa tratterà la rubrica di oggi?

Qui sotto riportata la foto di un post-it da me rilasciato alla mia consanguinea/condividigenitori (aka Evil Sistah) stamane mentre lei dormiva, alla vista di un enorme e alquanto sporgente pirulino rosso sulla sua fronte.


Sono o non sono una sorella simpaticissima e degna di lode?!

Per farmi perdonare il ritardo ecco gli ultimi aggiornamenti sul mio idillio amoroso con tale Mr Pollice. È tutto finito.
Cioè dai, oltre quel fugace contatto di pollici opponibili e quel viaggio vicini vicini (passato da parte mia a scoprire che diavolo di musica stesse ascoltando) non è successo nulla. Un martedì passato abbiamo pure avuto l’intero pullman per noi per ben 21 secondi e lui non si è schiodato dal suo I-Phone. Non posso giurarlo ma credo stesse giocando a Sperminator, una app di cui mi vergogno solo di conoscerne l’esistenza.
Come se tutto questo non bastasse, l’altro giorno l’ho visto andare in giro con un paio di Hogan alte (cioè anche quelle basse non sono belle, ma quelle alte andrebbero proprio estirpate dall’universo) e con una maglietta di Abercrombie. Nella stessa giornata.
No, no, dai, come potrei ora alla luce di questi fatti anche considerare di dargliela..una possibilità ad uno così?! Mi spiace, you’re out. NEXT!!!

Si inaugura oggi il Giovedì Giada, la rubrica che tutti stavate aspettando per conoscere quelle piccole cazzate di me, che son sempre fuori contesto ma che il mondo in qualche modo DEVE SAPERE.

Questo è il più recente arrivo in casa A. : l’erba gatta per la gatta.
Quando dico per la gatta intendo proprio comprata e piantata appositamente per lei.
E si, magari stessi scherzando.

Trovare nei meandri del proprio pc un blocco note dal nome “Quotes” durante una piatta domenica mattina si è rivelato una piacevole sorpresa. Poi tra tutte quelle citazioni ho scoperto che ce n’è un gruppo che ruota esattamente intorno a come mi sento io riguardo gli ultimi giorni.
Che sensazione stranissima.

Io so di essere stata e di essere una persona che tende a ritirarsi in se stessa. Io so di essere stata e di essere una persona che fatica a lasciarsi andare. Sarà per questo che, conosciuti o sconosciuti, chiunque mi sorprenda con un sorriso e un bacio sulla guancia mi entra nel cuore per non uscirne più. Mi basta poco per uscire allo scoperto, mi basta un’improvvisa gentilezza per perdonare, mi basta una carezza per ricordare, mi basta una parola per lasciarmi andare, sono una lumaca all’incontrario che, se sfiorata, non si ritrae nel guscio ma ti bacia iridescente.”

” Ma cosa credi? Che voglia stare sola? Ma sono fatta così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. È un dato di fatto. È come se mi mancasse quella parte dell’anima che si incastra con gli altri, come nel lego, che ci unisce veramente a qualcun altro.
Alla fine tutto cade a pezzi. Famiglia, amici. Non resta più niente.”
 (Qualcuno con cui correre – David Grossman)

“Sei sempre stata vista come un’aliena perché leggevi tanto, parlavi poco e ti rifiutavi sistematicamente di uscire con chi non ti piaceva, amiche o ragazzi che fossero, per la tua stramba idea secondo cui è bello stare con le persone con cui sei a tuo agio. In caso contrario trascorrere del tempo da soli regala momenti che schiudono a una bellezza che non tutti arrivano, purtroppo, a conoscere e comprendere.”

“I want what we all want” said Carl “to move certain parts of the interior of myself into the exterior word, to see if they can be embraced”
(Jonathan Lethem – You don’t love me yet)

“Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo.”
(Peter Cameron – Un giorno questo dolore ti sarà utile)